Nel Regno di Re Bocco.

Un documento del 1113 attesta l'esistenza del carnevale al castello di Bocchi. Qui bifolchi e signori si mascheravano per celebrare la festa goliardica e democratica dove, per qualche giorno, erano sospese le differenze sociali. Questo spirito surreale si proietta fino ai nostri giorni, quando figure immaginarie, come scaturite dal desiderio di una regina capricciosa, posano per le vie del Borgo. Gli allestimenti viventi sono elencati nella mappa a disposizione nei punti di accoglienza. Con le maschere giochiamo, le osserviamo e le valutiamo votandole nell'urna posta a fine percorso. La sfilata con circa duecento figuranti passeggia preceduta dalla musica folcloristica, restituendo la storicità della manifestazione. Il rito della pastasciutta si ripete verso sera, come di tradizione, nei grandi pentoloni un tempo usati per la cottura delle verdure. Tra le case medievali e le torri di guardia al Castello le maschere mettono in scena se stesse, inesistenti, immaginarie, evocate nei sogni più belli. La premiazione è seguita dai fuochi d'artificio, che filano nel cielo notturno fiammelle colorate come le stoffe dei vestiti e il trucco che cela, l'oscura identità.