Roccamandolfi, dai Sanniti ai briganti

Roccamandolfi è un comune di quasi 900 abitanti in provincia di Isernia al centro del Matese, un massiccio montuoso dell'Appennino Centrale a cavallo tra Molise e Campania. Posizionato a 850 m. S.l. M. a circa 15 Km a sud-est del capoluogo, nelle vicinanze della strada provinciale per Campobasso, comprende nel suo territorio la cima più alta del matesano, Monte Miletto, 2050 m. S.l. M. Già insediamento 2500 anni fa dei Sanniti, antica popolazione guerriera italica stanziata a Pietrabbondante, il borgo fu invaso dai Cartaginesi di Annibale per poi diventare punto di riferimento del monachesimo e in seguito rifugio dei partigiani fuggiaschi durante la rivoluzione francese fino ad essere patria del brigantaggio ottocentesco. Tra le testimonianze storiche presenti a Roccamandolfi, la più importante è sicuramente il Castello Longobardo-Normanno che domina la Rocca sopra il paese, costruito dai signori locali a scopo difensivo nel XII secolo sulle rovine di una preesistente fortezza longobarda. Da visitare è anche il settecentesco Santuario di San Liberato Martire, in stile barocco, dove sono conservate le reliquie del santo. All’ingesso del borgo si trova un’antica Croce Viaria in pietra, riferimento per fedeli in pellegrinaggio. Particolare nei pressi del Castello è il Ponte Tibetano, lungo 47 metri e sospeso a 14 metri d’altezza, installato sopra un fiume come attrattiva turistica, unitamente alle bellezze dei boschi della zona e dei sentieri di fondo e per ciaspolate sulla neve sui monti circostanti. Volendo fare una sosta gastronomica, la cucina molisana del posto offre dei piatti irrinunciabili come il Fiadone, grosso raviolo ripieno di formaggio e spezie, i maccheroni con la mollica, le Tacozze e fagioli, il vitello farcito e l’insalata di arance.