Doll hospital.

In via San Biagio dei librai una deliziosa insegna attira i visitatori come la casa di zucchero di Hansel e Gretel. Non si può resistere alla tentazione di entrare in un luogo fatato, dove si rivedono le vecchie bambole della nonna che amavamo pettinare. Rivederle in piedi o sedute su una seggiolina, sdraiate in attesa della riparazione, è una carezza alla parte di anima e di fanciullezza che lì abbiamo seminato. Qui si aggiustano i ricordi, i segreti affidati alle piccole compagne di gioco nei pomeriggi piovosi. Possiamo portarle alla sala di trucco e parrucco per farle più belle davanti alle lucine del piccolo specchio, ungerle con un olio emolliente riposto nella valigetta di cuoio, trovare il vestito adatto al Bambolatorio. Si va in fondo a mille progetti sognati e mai realizzati nella fanciullezza, quando nessuno perdeva tempo a riparare la tua bambola, a cucire un vestitino nuovo e a rimettere un occhio perduto. Si mette a posto quello che è mancato e ci si sente liberi di credere che c'è un posto dove il sogno finalmente diventa realtà.